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Carlotta, Adriana e Silvia, a un certo punto della loro vita hanno deciso di togliere il trucco e la parrucca, e di mostrarsi alle persone così com’erano, e poi di farlo anche sui social, per aiutare gli altri, ma anche per trovare nella community il supporto di cui avevano bisogno.

Carlotta Bertotti

Carlotta Bertotti, 22 anni, studentessa di Giurisprudenza e modella, temeva il giudizio altrui sul suo aspetto fisico, perché il suo nevo di Ota è una condizione rara, presente maggiormente in
Giappone, ma che si vede e conosce poco in Europa.

“Ogni mattina per tanti anni ho creato un personaggio con cui volevo che le persone si relazionassero, ma non mi riconoscevo in esso, mi sentivo sola, e l’unico beneficio che mi dava era la banalità di essere come tutti gli altri”.

Stufa di diversi nascondere, decide di togliersi la sua personale maschera, diventando se stessa nel mondo, eliminando l’idea di un’immagine riflessa negli occhi degli altri che secondo lei era criticabile. E poi l’ha fatto anche sui social. Proprio perché si sentiva sola nel mondo, voleva che le altre persone con qualsiasi condizione potessero non sentirsi più così.

"Espormi sui social o davanti all’obiettivo fotografico è il modo che ho io per aiutare gli altri attraverso la mia storia, e ho deciso di farlo, anche se ho ancora un po’ paura di essere giudicata, dei commenti negativi sotto le foto, di trovarmi in situazioni dove vengo criticata”.

Adriana Bazgan

Su TikTok, invece, la content creator Adriana Bazgan, 24 anni, condivide video di sensibilizzazione sulla vitiligine, che ha intorno agli occhi, realizzando make-up tutorial che, anziché coprirla, la mettono in risalto.

“TikTok mi ha aiutato a cambiare il mio modo di pensare e vivere la vitiligine perché permette
di comunicare in modo diretto senza pregiudizi, e di interagire con tantissime persone. Ho trovato una community aperta, realmente inclusiva, che ha voglia di interagire, interessata
a ciò che ho da dire, e che mi ha aiutato e spronato a continuare".

“Quando hai un riscontro di una community che ti supporta, questo ti aiuta nel percorso di auto accettazione: i social mi hanno aiutato anche nella vita reale. Prima ero molto attenta a guardarmi intorno per notare se qualcuno mi fissava, oggi ci faccio molto meno caso se qualcuno mi osserva".

Silvia Amorosino

Il giudizio degli altri era in parte alla base della scelta che per molto tempo ha fatto anche Silvia Amorosino, 31 anni, designer, e cioè quella di coprire l’alopecia con una parrucca, di tatuare le sopracciglia e di indossare le ciglia finte.

“Lo facevo non solo per evitare lo sguardo degli altri, ma anche per me stessa, perché all’inizio provavo angoscia, vergogna e imbarazzo nel vedermi così allo specchio".

Quello di Silvia è stato un lungo percorso di accettazione e i social l'hanno aiutata a farlo “vedendo sempre più persone con caratteristiche diverse tra di loro, ci si può riconoscere e sentire più a proprio agio con se stessi, e attraverso questa maggiore rappresentazione si diffonde quel concetto di ‘rispetto’ che andrebbe riscoperto”.

“La società dovrebbe essere rappresentata in modo ancora più inclusivo di quanto fatto finora, comprendendo davvero tutti, dando anche più risalto ad esempio alle disabilità, che sono ancora emarginate. È nelle nostre unicità che risiede la bellezza, e dovrebbe esserci più
umanità nella nostra società”.

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